In
questi giorni diverse mamme ucraine con i loro bambini stanno
arrivando nel nostro paese per sfuggire alla guerra, quest’articolo
è scritto e pensato per loro.
Cosa
possiamo fare per aiutarli?
La
primissima cosa che possiamo fare è quella di accompagnare e
sostenere le mamme, perché proprio aiutando loro i bambini potranno
sentirsi nuovamente al sicuro e protetti.
Sappiamo
inoltre che i bambini, nei momenti di incertezza, osservano i
comportamenti degli adulti, cercando così di intuire come funziona
il mondo e che cosa sta accadendo.
A
volte non fanno domande, soprattutto quando hanno la sensazione di
mettere in imbarazzo o di preoccupare ulteriormente le figure adulte
che hanno intorno. E’ quindi importante, affinché i bambini si
sentano al sicuro, osservarli e cercare di creare degli spazi in cui
possano permettersi di esprimere le loro emozioni, sapendo che vicino
c’è un adulto di riferimento che potrà accoglierle dandogli un
significato.
Come
reagiscono i bambini in queste situazioni e quali sono i
comportamenti da osservare?
I
bambini mostrano la sofferenza in maniera differente rispetto a
quello che farebbe un adulto, inoltre il loro disagio può essere
comunicato in vari modi e cambia in base all’età del bambino.
Un
primo indicatore di sofferenza è un inusuale cambiamento nel
comportamento.
Alcune
reazioni possibili sono:
- comportamenti
regressivi (si comporta da bambino più piccolo): succhiare il
pollice, perdita delle capacità di tenersi pulito; difficoltà di
separazione (piangere, agitarsi o aggrapparsi quando i genitori si
allontanano); difficoltà nel fare spostamenti; pianti, “capricci”,
dipendenza;
- paure
angosce evocate da stimoli che evocano la guerra (rumori forti,
immagini, ...);
- difficoltà
a dormire, incubi;
- mancanza
di espressione emotiva;
- sguardo
triste o depresso, pianto;
- essere
insolitamente tranquilli o chiusi;
- apatia,
non essere interessati alle cose che abitualmente lo divertivano;
- sintomi
somatici: lamentele di mal di testa, mal di pancia, mal di stomaco o
altri sintomi di malattia;
- aggressioni,
disobbedienze, distruttività;
- scoppi
di rabbia, irritabilità, improvvisi cambiamenti nell’umore;
- pianti
per motivi banali;
- distraibilità,
scarsa concentrazione, problemi di attenzione;
- affaticamento;
- riduzioni
delle prestazioni scolastiche;
- cambiamenti
nelle relazioni tra pari (passare improvvisamente molto più tempo o
molto meno tempo con gli amici);
- giochi
ripetitivi con contenuti legati alla guerra;
- perdita
di speranza per il futuro;
- difficoltà
di parlare dell’evento;
- ansia
da separazione;
- pensieri
immagini intrusive legate all’evento
Tutti
questi sintomi sono da considerarsi come delle REAZIONI NORMALI del
nostro organismo in risposta ad un evento ANORMALE come la guerra.
Cosa
posso fare per capire come stanno i bambini? Come posso rassicurarli?
- Come
prima cosa è molto importante spiegare ai bambini cosa sta
accadendo. A volte si pensa di proteggerli nascondendo loro la
verità, al contrario di fronte ai cambiamenti spaventa molto più
quello che non conoscono o non capiscono. L’adulto deve cercare di
parlare con voce calma, in modo semplice e chiaro, adattando il
contenuto all’età del bambino.
- Osservare
i loro comportamenti: tutto ciò che i bambini non dicono a parole
lo esprimono con
i loro comportamenti. Ad esempio, attraverso il gioco o il disegno
possono mettere in scena quello che stanno provando o ciò che hanno
visto.
- Rassicurare
ai bambini ora si trovano in un luogo sicuro, questo aiuterà ad
abbassare i livelli di attivazione
- Conoscere
le risorse del territorio, quali aiuti sono presenti, a chi possiamo
rivolgerci, quali servizi sono stati attivati;
- Occorre
prestare attenzione a non alimentare gli stereotipi su popoli e
Paesi: I bambini possono generalizzare facilmente le affermazioni
negative e sviluppare pregiudizi
- Parlare
di tolleranza, giustizia, pace in contrapposizione alla vendetta;
- Evitare
separazioni non necessarie;
- Controllare
e limitare la visione di scene drammatiche in televisione o dai
social;
- Fornire
ai bambini un modo per concretizzare il loro desiderio di rendersi
utili ad esempio inviando dei messaggi di ringraziamento ai
soccorritori, alle famiglie che li ospitano o alle persone per loro
significative. Coinvolgerli concretamente nella preparazione di
aiuti da inviare al loro paese oppure nelle attività giornaliere
che riguardano la vita comunitaria.
Dare
loro l'opportunità di poter contribuire attivamente al benessere
della loro famiglia e comunità.
- Dire
loro che “Gli
Adulti stanno facendo il possibile per far finire la guerra, tante
persone sono vicine, li sostengono e vogliono la pace”.
E’
importante che ci sia un posto dove sanno che possono fare le loro
domande, dove possono contare sulle persone e su cose positive.
Le
mamme possono fornire quest’atmosfera, vediamo in che modo:
- essendo
disponibili ad ascoltare e a rispondere agli stimoli verbali e non
verbali (non sempre i bambini portano richieste di aiuto esplicite);
- notando
e riconoscendo le esigenze dei bambini, tenendo nota e commentando
le conseguenze riportate nella loro vita; offrendo ai bambini
un’ulteriore rassicurazione, sostegno e incoraggiamento; fornendo
il più possibile stabilità e prevedibilità nelle routines
giornaliere (momento pasti, spazio per il gioco, ritmo
sonno-veglia).
Nella
fase dello sviluppo è importante che il genitore fornisca delle
abitudini prevedibili, chiare aspettative, ruoli coerenti, feedback
immediati, questo
può favorire un graduale ritorno a una stabilizzazione emotiva.
I
bambini potrebbero aver bisogno di maggiore comprensione e pazienza.
E’
fondamentale dare spazio e tempo ai bambini, mantenere un ambiente
tranquillo, lasciare che parlino delle loro esperienze e favorire
l’espressione di paure e preoccupazioni.
Bisogna
inoltre ricordare che la vicinanza fisica, un abbraccio, una carezza
della mamma sono una grande fonte di rassicurazione.
Dire loro
“Capisco
che sei preoccupato\spaventato\triste, è normale anch’io loro
sono. Ora sei al sicuro e sono qui con te. Chiedimi quello che vuoi”.
Cosa
fare in caso di lutto?
Quando
un bambino perde una persona cara è importante garantire un costante
percorso di accompagnamento e contenimento emotivo.
Occorre
comunicare al bambino cosa è accaduto, sulla base della sua età e
capacità.
Senza
elementi per dar senso al lutto i bambini restano con il loro dolore
e la loro inquietudine.
Dire
al bambino “Stò per dirti una cosa brutta, che ti farà stare
male, anch’io sono molto triste”. Spiegare che la morte è una
separazione definitiva, che lui non è responsabile, che lui non è
in pericolo di morte, che i suoi familiari o altri si prenderanno
cura di lui, che gli altri familiari continueranno ad amare e a non
dimenticare la persona scomparsa. Non usare parole vaghe come “se
ne è andato” o “non c’è più”.
E’
importante rispondere alle domande che il bambino che può fare. Ad
esempio, un bambino che ha perso il papà durante la guerra potrà
fare domande tipo: “Perché la mamma è triste? Dov’è il papà?
Perché non si muove più? Quand’è che lo rivedrò?”. Sono
domande strazianti che tuttavia necessitano di una risposta adeguata
alla situazione e al bambino. Il bambino deve essere aiutato ad
esprimere le proprie emozioni come rabbia, paura e tristezza e non
deve nascondersi per potere piangere. Le frasi come “non piangere”,
“non essere triste”, “devi essere forte” possono limitare la
libera espressione.
I
bambini hanno bisogno di sincerità e di chiarezza da parte degli
adulti di cui si fidano.
Come
possiamo mantenerci informati e senza procurarci stress?
In
una situazione come questa è comprensibile cercare di mantenersi
aggiornati. Allo stesso tempo, sebbene sia fondamentale disporre di
informazioni accurate può esserci un effetto collaterale: il disagio
psicologico derivante dalla ripetuta esposizione all’emergenza
tramite i media.
L'ansia
aumenta di fronte a una minaccia incerta o incontrollabile e durante
i periodi di incertezza e crisi. La percezione del rischio e l’ansia
aumentano però ulteriormente quando le informazioni sono incerte e
in rapido aggiornamento, e questo amplifica il distress individuale.
In particolare, l’esposizione al ciclo continuo di dirette 24/7 può
aumentare la percezione di minaccia e attivare nell’organismo
ripetute risposte “attacco/fuga”, con possibili conseguenze
fisiche e psicologiche anche a medio-lungo termine. Inoltre, il tipo
di immagini a cui ci esponiamo è importante.
La
ripetuta e non filtrata esposizione a immagini cruente, che mostrano
bambini, persone ferite o morte, aumenta il rischio di sviluppare
risposte ansiose, anche a distanza di tempo dai fatti.
Ecco
di seguito alcuni suggerimenti:
- limitiamo l’esposizione ai
media. Questo è particolarmente importante per i bambini e i
giovani adulti che possono essere confusi o passare il tempo a
preoccuparsi delle immagini che hanno visto.
- Evitiamo di prendere il
telefono/tablet come prima cosa al mattino e prima di andare a
letto, perché questi sono i momenti in cui ci sentiamo spesso più
vulnerabili
- Ricordiamoci che i bambini
imparano come comportarsi dagli adulti. Quindi regoliamo di
conseguenza il nostro comportamento su come utilizzare in modo
sicuro i social media e navigare tra gli aggiornamenti delle news.
Una strategia può essere quella di disattivare le notifiche per le
app di notizie e social media sul cellulare/tablet: riceveremo
comunque le informazioni, ma dovremo entrare volontariamente
nell'app per aprirla leggere i post e questo potremo farlo nel tempo
più opportuno.
-Proviamo ad usare per qualche ora
lo smartphone come un telefono fisso .
Questo significa mettere il
telefono in un'altra stanza, o comunque lontano. Potremo comunque
sentire il telefono se suona o se riceviamo un messaggio, ma dovremo
fisicamente alzarci e camminare per prenderlo. Questa strategia può
aiutare a non controllare compulsivamente il telefono per
aggiornamenti mentre si lavora su altri compiti o si è impegnati in
un'altra attività.
- Prendiamoci il tempo per
discuterne. Tutti possiamo essere influenzati dalle notizie che
leggiamo, per questo è importante prendersi del tempo per parlare,
con un membro della famiglia o un amico di ciò che abbiamo letto,
di come questo ci fa sentire. Confrontarsi con una persona vicina
può aiutare a ridimensionare le preoccupazioni e abbassare
l’attivazione ansiosa.
- Potrebbe essere difficile
addormentarsi, o può capitare di svegliarsi durante la notte o molto
presto al mattino.
Si possono imparare semplici
esercizi di rilassamento per sciogliere la tensione accumulata nel
corpo. Un semplice esercizio può essere quello di focalizzarsi sulla
gratitudine. La gratitudine è un sentimento potente che aiuta a
costruire la resilienza, e ha un impatto positivo sulla salute fisica
e mentale. È un esercizio semplice, un piccolo promemoria per
sorridere per le cose che abbiamo, nonostante le sfide che tutti
affrontiamo nella vita. Scegliamo tre episodi, non importa quanto
piccoli o grandi, che ci abbiano reso grati nel corso della giornata.
Soffermiamoci per qualche minuto su questi bei ricordi notando come
ci riempiono di piacevoli sentimenti di gratitudine. Questo esercizio
è adatto anche ai bambini.
Dott.sse Daniela Mauri e Silvia Panella