Gli angeli del terremoto

Leggi l'articolo

«Quando un anno fa raggiun­gemmo Villa Sant'Angelo, tro­vammo tutta la popolazione chiusa nelle loro auto. Avevano appena finito di estrarre i loro cari dalla macerie. Erano di­strutti. La prima notte la trascor­remmo così, ad ascoltare gli sfo­ghi e i pianti della gente. Si ag­giravano nelle vie come spettri. Ricordo che una signora anziana aveva ancora un ago nel braccio: se ne era andata dall’ospedale così».